02/09/2024 | Cuneo, Italia
L’Uptime Institute ha recentemente rilasciato il suo Annual Outage Analysis 2024, un rapporto che esamina in dettaglio le tendenze delle interruzioni nel settore IT e nei data center, concentrandosi sulle cause, i costi e le conseguenze. Monitorare e classificare queste interruzioni è un compito complesso e non sempre lineare: alcune sono ampiamente note, altre rimangono sotto traccia, conosciute solo da una parte del personale o dei clienti, mentre altri soggetti, operanti in ruoli diversi, potrebbero non esserne a conoscenza. Inoltre, non tutti i rallentamenti o le disfunzioni sono ufficialmente riconosciuti come interruzioni.
Il rapporto del 2024 si basa su una vasta gamma di dati, raccolti da quattro fonti principali: il Global Survey of IT and Data Center Managers, il Data Center Resiliency Survey, il database delle interruzioni pubbliche dell’Uptime Institute Intelligence e il Abnormal Incident Report (AIRs) database, oltre ai contributi dei servizi professionali dell’Uptime Institute. Questi dati hanno permesso di sviluppare una classificazione della gravità delle interruzioni, suddivisa in cinque categorie, che spaziano da interruzioni trascurabili, con impatti minimi, fino a quelle gravi, con conseguenze economiche e reputazionali rilevanti.
Il report evidenzia un miglioramento generale dell’affidabilità dei servizi IT, risultato di anni di innovazione, investimenti e migliori pratiche di gestione. Tuttavia, gli operatori dei data center devono affrontare sfide sempre nuove, come l’aumento della domanda, l’adozione di tecnologie di ottimizzazione software e un rischio crescente di minacce informatiche. A queste sfide si aggiungono eventi meteorologici estremi, amplificati dal cambiamento climatico, e l’integrazione di energia rinnovabile nelle reti elettriche, che possono rappresentare ulteriori fattori di rischio.
L’analisi si focalizza particolarmente sulle interruzioni di maggiore entità (categorie 3, 4 e 5), quelle che possono avere conseguenze significative. Le previsioni per il 2024 indicano un possibile aumento dei guasti legati a errori software, di sistema o di configurazione, riflettendo la crescente complessità delle infrastrutture IT. Sebbene l’espansione globale dei data center per soddisfare la domanda crescente possa comportare un aumento complessivo delle interruzioni, i dati rivelano una tendenza positiva: una diminuzione costante nella frequenza e nella gravità delle interruzioni, nonostante la crescita del settore IT.
Il sondaggio del 2023 mostra che il 55% degli operatori ha riportato un’interruzione negli ultimi tre anni, in calo rispetto al 60% del 2022 e al 69% del 2021. Solo il 10% delle interruzioni nel 2023 è stato classificato come significativo o grave, evidenziando un miglioramento rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, nonostante questi dati incoraggianti, il settore rimane attento: i tassi di interruzione sono ancora motivo di preoccupazione, spingendo gli operatori a continuare a investire nella resilienza delle loro infrastrutture.
Il rapporto mette in guardia sul fatto che il passaggio al cloud pubblico non garantisce automaticamente una riduzione delle interruzioni, ma potrebbe influenzare il modo in cui queste vengono registrate e gestite. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto duraturo sui data center, alterando la domanda, le catene di approvvigionamento e i tassi di interruzione, con effetti che si protraggono anche nel 2024.
L’aumento della dipendenza dall’IT e la maggiore copertura mediatica delle interruzioni di servizio indicano un incremento delle segnalazioni di incidenti gravi. Le interruzioni di categoria 4 e 5 sono aumentate di 12 punti percentuali rispetto al 2022, probabilmente a causa dell’importanza crescente dell’IT nei vari settori, con conseguenze che possono colpire milioni di utenti.
Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente per i data center, con eventi meteorologici estremi che potrebbero aumentare il rischio di interruzioni. L’adozione di nuove tecnologie, come il raffreddamento a liquido e i modelli di resilienza distribuita, offre potenziali vantaggi a lungo termine, ma comporta anche nuovi rischi che richiedono una gestione attenta.
Nonostante i crescenti fattori di rischio, la tendenza verso una diminuzione delle interruzioni per struttura è incoraggiante. Questo miglioramento può essere attribuito, in parte, all’aumento degli investimenti nella ridondanza dell’infrastruttura fisica. Sebbene il settore si stia muovendo verso modelli di resilienza più distribuiti e basati su software, mantenere e potenziare la ridondanza a livello di sito rimane una priorità per molti operatori.
In conclusione, l’Annual Outage Analysis 2024 dell’Uptime Institute sottolinea l’importanza di mantenere un approccio proattivo nella gestione dei rischi legati ai data center e alle infrastrutture IT. Il settore ha compiuto progressi significativi, ma le nuove sfide impongono una vigilanza costante per garantire la resilienza e la continuità operativa in un contesto globale sempre più digitalizzato e interconnesso.
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